FARO DI PUNTA PALASCIA, ALBEROBELLO, MATERA E SALERNO
Non c’è tempo per dormire, o meglio, non è il momento di dormire: abbiamo percorso 1040 km per vedere la prima alba d’Italia al FARO DI PUNTA PALASCIA, a capo d’Otranto.
Ecco il motivo di tanti chilometri percorsi. (Oltre al panino al polpo di Pescaria, s’intende.)
Ne ho viste di albe, ma questa ha un sapore tutto particolare, il cielo è pulito e limpido, si vedono perfino le coste dell’Albania in lontananza… il sole sorge da sotto l’orizzonte del mare, l’atmosfera è quasi magica, e speriamo che questo primo sole delle 7:10 sia di buon auspicio per questo nuovo anno.
Ci rimettiamo in macchina e cominciamo la risalita verso nord, ma dobbiamo per forza inserire un’altra tappa pugliese della provincia barese in questo nostro tour: non possiamo non vedere i trulli di ALBEROBELLO!
Ci arriviamo dopo 167 km e poco più di due ore. I cartelli ci indicano fin dall’entrata in paese la direzione per i “Trulli di Alberobello”: parcheggiamo e ci incamminiamo. Sapevamo che i trulli sono strutture abitative: uno tra i primi che vediamo è in realtà la chiesa del paese… considerando quindi questa chiesa-trullata (passatemi il neologismo!), trullo è una qualsiasi costruzione che al posto del tetto ha quello strano cappello a punta, quasi come fosse un mago!!
Quindi continuiamo il nostro giretto: il colpo d’occhio è veramente impressionante, fa uno strano effetto ritrovarsi in mezzo a questi cappucci giganti che abbiamo sempre visto in foto (e renderci conto che in realtà non sono così giganti come sembrano, anzi, sono piuttosto modesti nelle dimensioni).
Ripartiamo di nuovo, con una nuova destinazione; lasciamo quindi la splendida terra pugliese, che ci ha riempito il pancino, ma soprattutto ci ha riempito gli occhi, ci ha dato tanto, ma sono convinta che abbia ancora tantissimo da offrirci.
Prevedo che torneremo (presto, spero).
Entriamo in Basilicata, e dopo soli 69 km raggiungiamo la seconda tappa di giornata, MATERA.
La città di sassi è un gioiellino incastonato tra le montagne, di un grigio molto chiaro che sembra quasi bianco, ed è come se si trovasse proprio in una buca: o meglio, è il risultato di un mega-sasso scavato e protetto dalle colline circostanti.
Certamente non dobbiamo dimenticarci le salite, le salite e le salite che abbiamo fatto (che poi non so come mai, ma di solito a una salita corrisponde una discesa, ma “magicamente” le discese non sono state tante quante le salite, anzi, direi proprio che si tratta di due fattori inversamente proporzionali!): quello che continuavamo a ripeterci nelle nostre testoline era qualcosa del tipo “Le salite e il freddo rassodano i glutei, non si molla!!”..se quest’estate il lato B non è come deve essere (ovvero come dico io) faccio ricorso.
E a Matera non abbiamo la guida che ci porta in giro, ma non importa.. perché mai pagare una guida quando hai tua sorella che ti fa girare l’intera città per trovare lo scorcio perfetto che aveva visto in una foto online?? Non la paghi, infatti. La ringraziamo per averci fatto scoprire tutti i punti panoramici della città, ma i glutei non so quanto ringraziano..quest’estate forse ringrazieranno.
È tempo di ripartire per la prossima destinazione: lasciamo anche la Basilicata ed entriamo in Campania. Dopo 202 km e poco meno di due ore di viaggio arriviamo a SALERNO.
Appena riusciamo a parcheggiare ci buttiamo subito sul lungomare e nelle viuzze del centro storico, dove le decorazioni delle Luci d’Artista illuminano la città. La ruota panoramica ci dà il benvenuto proprio all’inizio del lungomare e poi procediamo verso il centro, attraversando il Corso.
Tante decorazioni, tutte diverse, che colorano il cielo salernitano.
Il tempo che abbiamo a disposizione purtroppo è veramente poco e non ci permette di prolungare ulteriormente la visita..ci pare doverosa la promessa di tornare per riuscire a vedere anche tutto il resto, il resto che c’è e che merita.
Percorriamo altri 22 km per raggiungere PAGANI, paesino in provincia di Salerno dove abbiamo trovato ospitalità per la notte (fa un po’ Pechino Express..), e dove mangiamo dei carciofi che sono la fine del mondo. Veramente la fine del mondo.
In realtà Pagani si trova più vicino a Napoli che Salerno, ma non è assolutamente un problema, anzi, va a vantaggio nostro, perché domattina dovremo riprendere l’A1 e procedere verso nord in questa nostra risalita dello stivale!!
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