Da più di un decennio il Movimento per l’emancipazione della Poesia (MeP) si dedica all’attacchinaggio di poesie contemporanee stampate su semplici fogli bianchi sui muri delle nostre città, agendo nell’anonimato più totale, sia per motivi legali, sia per intenti: l’obiettivo infatti è riaccendere l’interesse sulla poesia contemporanea.
Per far questo la poesia è stata portata per le strade, tra la gente normale, là dove tutti possano accedervi.
Quante volte capita di passeggiare per la città e vedere poesie attaccate sui muri? Quante volte capita di prendersi una manciata di minuti per leggere una di queste poesie? Quante volte interrompiamo la nostra folle corsa verso un lavoro, un appuntamento, qualcuno che aspettava per interessarci alla poesia contemporanea?
Il Movimento per l’emancipazione della Poesia
Il Movimento per l’emancipazione della Poesia è un movimento apartitico di azione politica e sociale che si propone quale rete alternativa di creazione e diffusione di poesia contemporanea.
(dal Manifesto del MeP)
Chiare sono le intenzioni: riaccendere l’interesse per la poesia contemporanea, creare uno spazio urbano di incontro, scambio e rispetto per la poesia, puntare i riflettori su questa arte, fin troppo maltrattata in questi ultimi tempi.
Parliamoci chiaro: spesso si pensa che la poesia richieda un maggiore impegno per essere compresa rispetto alla prosa. Vero o falso che sia, una cosa però è certa: la poesia richiede tempo per essere compresa. Purtroppo oggi viviamo in una società consumistica e disattenta che ci ha abituati ad avere tutto e subito. Non c’è più l’adrenalina dell’attesa, il rispetto del tempo.
Compito arduo quindi per il Movimento: chiedere implicitamente alle persone di fermare il loro tempo e dedicare una manciata di minuti alla lettura di una poesia.
Firenze e il Movimento per l’emancipazione della Poesia
Oggi il MeP è un movimento attivo in numerose città italiane e non solo. Il primo Manifesto è stato redatto a Firenze nel 2010, nato anche con l’obiettivo di creare uno spazio di incontro e dialogo con la poesia.
C’è un motivo particolare per cui il Movimento sia stato fondato a Firenze?
No, non vi è una motivazione legata alla città di Firenze, ma, come per la maggior parte degli inizi, si tratta di una serie di circostanze. Un gruppo di ragazzi, uniti dall’esigenza di rivendicare la poesia come entità libera dai limiti editoriali e sociali, ha deciso di intraprendere questo ideale concretamente, tramite un’azione ben precisa: l’attacchinaggio di poesie per le vie della città.
Firenze ha avuto come unico ruolo quello di “contenitore” per questa azione politica, che darà inizio al Movimento.
Il dialogo tra il MeP e la città di Firenze
Che rapporto c’è attualmente tra il MeP e la città?
Il primo attacchinaggio del MeP ha portato ad una repentina espansione, ed è nata così l’esigenza di fondare nuovi nuclei oltre a quello fiorentino. In quanto movimento, ci muoviamo in relazione alle dinamiche locali; le nostre attività sono funzionali alle esigenze della città in cui operiamo, alle altre realtà artistiche che ci troviamo ad incontrare, ma anche alle caratteristiche della città stessa.
Parlando di Firenze e del suo ampio patrimonio artistico, agiamo nel totale rispetto, ad esempio, di edifici storici e di altre opere d’arte. Il nostro intento non è quello di imporre una sopraffazione artistica, ma piuttosto di proporre una dialogo con altre forme d’arte e un intervento sul paesaggio urbano (ci capita spesso di collaborare con street artist o writer), che inviti il passante alla lettura.
Le città sono, riprendendo questo termine, il nostro contenitore: la prima base (potremmo definirla “base sicura”?) su cui si fonda l’emancipazione poetica. Ogni nucleo del MeP, quindi ogni città in cui esso opera, ha un’anima, una passione che lo muove in una specifica direzione; nonostante questa (inevitabile) diversità, sappiamo di avere dei principi cardine su cui tutti ci allineiamo.
E questo è ciò che ci ha permesso di vivere per così tanti anni, forse: sapere che in tantissime città esistono persone che, per quanto distanti, sono mosse da uno spirito così vicino al nostro, dalle stesse intenzioni e dalla stessa caparbietà: quella di emancipare la poesia.
Crescita e sviluppo del Movimento per lìemancipazione della Poesia in Italia e all’estero
Quali sono state le fasi di crescita del Movimento? È nato fin dall’inizio con l’intenzione di diffondersi in svariate città italiane o aveva un’identità prettamente fiorentina?
C’è da chiarire che inizialmente, dal primo attacchinaggio, non vi era l’intenzione di fondare un movimento. La prima azione è stata concepita come singola, dettata da un’urgenza manifestata in quello che potremmo definire un semplice gruppo di amici, accumunati sicuramente dalla passione per la poesia, ma soprattutto dalla forte esigenza di cambiare qualcosa, di aprire i cassetti: tutti possono scrivere poesia, tutti possono leggere poesia.
Da qui nasce l’esigenza, da questa volontà di non selezione, di arrivare in più luoghi possibili. E pian piano il MeP ci è riuscito: le richieste di adesione sono cresciute, è nata l’esigenza di creare altri nuclei in Italia, e da qualche anno anche all’estero (Parigi, Amsterdam, Barcellona).
Cosa è successo in questo decennio
Sono passati 10 anni dalla fondazione del Movimento e, come viene riportato nel Manifesto, questo Movimento esisterà fin quando le condizioni che hanno generato il MeP non saranno radicalmente cambiate.
Nel momento in cui il MeP esiste ancora oggi, mi chiedo: davvero non è cambiato niente in questo decennio? O ci sono stati dei cambiamenti – positivo o negativi che siano?
I cambiamenti sono stati tanti; anzi, probabilmente è più corretto dire che ci troviamo in continuo divenire, in funzione dei cambiamenti socio-culturali. Sicuramente negli anni possiamo dire di aver creato una vera e propria comunità, non solo di poeti e lettori, ma di militanti. L’obiettivo del MeP si è, in parte, conseguito: quello di riportare l’attenzione sulla poesia contemporanea. Abbiamo fatto un passo avanti nel riportare in auge la parola poetica svincolata dal proprio autore e dai limiti editoriali e sociali.
C’è stata la questione social che ha creato tantissime discussioni interne e su cui abbiamo cambiato varie volte la nostra presa di posizione; questo non per incoerenza ma proprio per le diverse esigenze riscontrate: banalmente anche “solo” la quarantena ci ha smosso a fare un passo indietro sulla nostra presa di posizione riguardo ai social e li abbiamo riaperti per due mesi.
Il MeP ha subito periodi di crescente evoluzione e incessante attività, ma anche periodi, come questo, di “calma piatta” (per usare un termine delicato). C’è da essere sinceri sul fatto che questa crisi generale abbia inficiato contribuendo a creare una crisi profonda sul Movimento, crisi che forse in realtà era già lì in attesa e questo virus ha avuto come unica funzione quella di slatentizzarla.
Movimento per l’emancipazione della Poesia: come farne parte
Il Movimento per l’emancipazione della Poesia è aperto a chiunque si riconosca nei principi fondanti del Movimento, a chiunque sia disposto ad agire in modo concreto, a chiunque creda nel valore della poesia e nella necessità di riportarla nelle nostre strade. Non basta essere poeta o poetessa, è necessario essere poeta militante o poetessa militante. Si tratta di un Movimento di divulgazione della poesia contemporanea, in cui tutti diffondono le poesie di tutti.
Se dopo aver letto il Manifesto, lo Statuto e le Domande Frequenti sul MeP se ne condividono obiettivi, finalità e modalità di azione, allora si può contattare il nucleo della propria città.
Qui non c’è spazio per l’individualità, e sebbene vengano accolte le poesie di chiunque voglia inviarle, senza selezione, senza censura, senza giudizio, la diffusione delle stesse avviene nell’anonimato. Ogni poesia non riporta la firma dell’autore, ma sono una sigla con lettere e numeri: l’intento non è quello di svincolarla dal proprio autore (in ogni caso non sarebbe possibile, essendo la poesia una forma espressiva dell’uomo che la crea), ma quello di puntare l’attenzione sulla poesia stessa, invece che sulla poesia di tale autore.
E questo è anche uno dei motivi per cui si è scelto di non diffondere la poesia dei grandi nomi.
E poi?
Si potrebbe parlare di una poesia “che resiste”, di “sentinelle della poesia”. Non sappiamo quale possa essere il futuro di questo Movimento, così intrinsecamente legato alla società all’interno della quale è nato e senza la quale non avrebbe senso di esistere.
Il futuro è incerto; nel frattempo, la poesia contemporanea resiste e ha il potere di fermare il tempo.
Ha il potere di attrarci mentre camminiamo per strada e chiederci una manciata di minuti da dedicarle; e magari nel frattempo qualcuno si ferma accanto a noi, chiedendoci perché fotografiamo poesie attaccate al muro.
Ogni volta che qualcuno fermerà il proprio tempo per leggere una di queste poesie, ogni volta che nascerà un dialogo tra due sconosciuti per strada, ogni volta che una poesia sarà fotografata e condivisa, sarà stato fatto un passettino sempre più in avanti verso il raggiungimento dell’obiettivo di questo Movimento.
Abbiamo parlato del passato e del presente del MeP. Cosa c’è nel suo futuro invece?
Fernando Pessoa scrive che “Tutto è verità e passaggio”; il MeP, come portatore di una scomoda verità, è un piccolo traghetto che passa da una sponda all’altra del mare, in perenne transito. Quando il MeP inizierà a traghettare menzogna, come forse sta già accadendo, allora la sua morte non sarà così lontana.
Ma possiamo parlare realmente di morte o semplicemente di una fiaccola che, più che spegnersi, passa in altre mani?
Vorrei ringraziare il MeP, in modo particolare il nucleo di Firenze, che ha accettato questa intervista permettendoci di conoscere il Movimento dall’interno, grazie alle parole di chi, proprio all’interno di questo Movimento, ci milita.
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